Sviluppo di Eroe e Mondo Narrativo, 14 interessanti esempi di Storytelling

Presi in esame o citati nell’articolo:

Libri
Anatomia di Una Storia, John Truby
1984, George Orwell

Film
Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello
Star Wars (Episodi IV-VI)
La Storia Infinita
– Harry Potter
(Saga)
Apocalypto
La Strada per Eldorado
Il Gladiatore
Matrix (Saga)
Il Re Leone
Vita di Pi
Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo
A Serious Man
Pleasantville

La corrispondenza o la differenziazione tra la condizione in cui si trova il personaggio principale e quella in cui si trova il Mondo Narrativo è un elemento fondamentale da prendere in considerazione nell’analisi di una storia.

Ecco qualche esempio ben riuscito di Storytelling, in cui in cui l’interazione tra Eroe e Mondo Narrativo contribuisce a dilatare la profondità e l’efficacia della narrazione.

JOHN TRUBY, ANANTOMIA DI UNA STORIA

In Anatomia di Una Storia, John Truby fa un elenco dei più ricorrenti percorsi di trasformazione di Eroe e Mondo Narrativo.

La condizione di Eroe e Mondo Narrativo può oscillare tra uno stato di Morte e uno stato di Libertà, passando attraverso le fasi intermedie di Libertà temporanea, Libertà apparente e Schiavitù peggiore.

Il modello più abituale di interazione tra Eroe e Mondo Narrativo è quello che li vede entrambi partire da una situazione di Schiavitù e giungere parallelamente a una condizione di totale Libertà, passando di solito attraverso un peggioramento della condizione iniziale.

Questo schema raggiunge la perfezione in Star Wars (episodi IV-V).
Nella celebre saga fantascientifica personaggi principali e Mondo Narrativo evolvono simmetricamente tramite un processo di scrittura funzionale che, seppur denso, riesce a non essere mai troppo esplicito.

Copertina di Anatomia di Una Storia di John Truby.
Anatomia di Una Storia di John Truby svela molte delle tecniche utilizzate dai professionisti dello Storytelling.

Ecco come si delinea l’evoluzione di Eroe e Mondo Narrativo nel modello “Schiavitù – Schiavitù peggiore – Libertà”: 

Eroe
Si trova inizialmente in una condizione non ottimale (vive in una situazione di oppressione, e spesso soffre di una debolezza morale e/o psicologica).
Nel progredire della narrazione, sconfiggendo nemici ma più che altro facendo i conti con sé stesso, l’Eroe si emanciperà da questa condizione, acquisendo un livello di coscienza più elevato.

Mondo Narrativo
All’inizio l’ambiente in cui si svolge la narrazione è caratterizzato da una mancanza di equilibrio tra le parti. Alla fine della narrazione il Mondo Narrativo si presenterà invece come un ambiente coeso, un contesto sociale e ambientale dove regna l’armonia.

UTOPIA E DISTOPIA

Secondo Truby un Mondo Narrativo al massimo della sua libertà corrisponde a un’Utopia, mentre quando il Mondo Narrativo è completamente schiavo ci troviamo di fronte a una Distopia.

LA CONTEA, UNA PACE APPARENTE

Sebbene ci siano molti casi letterari in cui vengono delineati mondi utopici, la maggior parte delle “situazioni edeniche” nasconde in realtà spesso una condizione narrativa di Libertà apparente o provvisoria. In questi casi una minaccia ancora non manifestatasi è in procinto di abbattersi su di un contesto apparentemente tranquillo.

Un esempio calzante potrebbe essere rappresentato dal Signore Degli Anelli.
La Contea, che costituisce il Mondo Narrativo nella prima fase della storia, è rappresentata inizialmente come un regno di pace e spensieratezza, caratterizzato da un atmosfera di gioia comunitaria. In realtà, come poi sapremo, Sauron ha cominciato da tempo a mettere in pratica il suo piano di morte e distruzione.

1984, UNA DISTOPIA QUASI PERFETTA

All’opposto dell’Utopia abbiamo il peggiore dei mondi possibili: una Distopia. Il Mondo Narrativo in cui è ambientato 1984 di George Orwell ne è un esempio perfetto.

In 1984 il percorso dell’Eroe (Wilson) rispecchia in parte quello del Mondo Narrativo, seguendo un percorso Schiavitù – Libertà apparente – Schiavitù peggiore – Morte.

Wilson crede che la sua relazione amorosa con Julia (libertà apparente) possa sfuggire agli occhi del Grande Fratello, ma il rapporto tra i due non fa altro che sancire la sua stessa fine.
Nelle ultime pagine del libro Wilson diventerà addirittura convinto sostenitore del Grande Fratello stesso (Schiavitù peggiore).

Wilson e Julia, non casualmente, si accorgono di non essere mai stati veramente liberi sentendo una voce metallica provenire da dietro un muro: “voi siete i morti”. Nessuna delle mosse del protagonista è passata inosservata.

Wilson morirà metaforicamente, finendo per amare il Grande Fratello dopo un periodo di rieducazione. Ma morirà anche letteralmente; in quanto ex traditore del Grande Fratello egli è in attesa di un colpo di proiettile che arriverà prima o poi a mettere fine alla sua esistenza (morte).

Il Mondo Narrativo di contro è in una condizione di Schiavitù totale. La Distopia globale si realizzerà, come sappiamo dall’Appendice, quando il Grande Fratello, grazie a un meticoloso lavoro di epurazione della lingua, avrà distrutto del tutto la possibilità di elaborare pensieri “eretici” che possano mettere in discussione il suo operato.

La fantascienza è un genere in cui uno scrittore ha grande libertà d’azione nel creare Mondi Narrativi suggestivi, così come il Fantasy, dove spesso la condizione del Mondo Narrativo va a braccetto con quella del protagonista.

HARRY POTTER E LA STORIA INFINITA
Mondo Narrativo a cavallo tra realtà e immaginazione

La Storia Infinita è un racconto fantastico in cui la correlazione Eroe/Mondo Narrativo è molto evidente. La stessa sopravvivenza di una parte del Mondo Narrativo (Fantàsia) è legata alla capacità di immaginazione del piccolo Bastian.

Nel genere fantastico l’eroe ha spesso a che fare anche con un mondo reale in cui una debolezza morale o psicologica è un forte freno alla sua realizzazione.
È a causa di questa sua debolezza che egli non riesce a scorgere le sue potenzialità e quelle del mondo in cui vive, ed è questa stessa debolezza che lo spinge a visitare un mondo immaginario/fantastico.
Questo schema è ritracciabile ad esempio nella saga di Harry Potter, che con la Storia Infinita presenta molte similitudini.

Nella vita di tutti i giorni Harry e Bastian sono entrambi presi di mira da compagni di scuola (Bastian) o parenti (Harry).
A entrambi manca qualcosa per integrarsi al meglio nel mondo reale.

Harry potter seduto su un'altalena viene infastidito da suo cugino e altri tre ragazzi.
Harry Potter “perseguitato” dal cuginano in Harry Potter e l’Ordine della Fenice.
Bastian viene minacciato da tre ragazzi che gli sbarrano la strada.
Bastian viene importunato dai suoi compagni di sucuola nelle sequenze iniziali di La Storia Infinita.

Solo frequentando una dimensione immaginaria/fantastica i due ragazzi riusciranno a emanciparsi dalla loro condizione iniziale “svantaggiata”.
Harry Potter, “Cenerentolo” moderno nella sua quotidianità, è nel castello di Hogwarts l’unico in grado di distruggere il Signore del Male.
Bastian, dal canto suo, riuscirà infine ad avere la sua rivincita.
La sua stessa immaginazione diventerà il mezzo per trionfare nella vita nel momento in cui comprenderà che la strada per la crescita non può che passare attraverso un’ “apertura” nei confronti del Mondo.
Il concetto viene magnificamente messo in scena nel finale, quando il Fantadrago irrompe nel mondo reale e costringe i persecutori di Bastian a rifugiarsi dentro i cassonetti della spazzatura.

La grande differenza tra i due personaggi è che all’inizio della storia Bastian non riesce a liberare le sue capacità nel mondo reale, mentre Harry è in parte costretto, da un codice etico, a non usare i suoi poteri al di fuori di Hogwarts.
Naturalmente, però, un bravo scrittore è capace di rappresentare un Mondo Narrativo che possa “parlare” anche al di fuori di del genere fantascientifico e di quello fantasy.


APOCALYPTO, ELDORADO
Il Mondo Narrativo finisce in una condizione di morte, ma non l’Eroe

Locandina del film Apocalypto di Mel Gibson.
Apocalypto, di Mel Gibson, ha ricevuto critiche discordi.
Spike Lee lo ha inserito in una lista di 86 film consigliati ai suoi studenti.

In Apocalypto a salvare il protagonista, curiosamente, saranno le stesse persone che distruggeranno il suo mondo, ma l’Eroe riuscirà a preservare il suo nucleo famigliare.
Lo schema di Truby è in alcuni casi soggetto all’interpretazione. Se consideriamo come Mondo Narrativo solo la comunità ristretta dell’Eroe, quello che ci sembra un Mondo Narrativo in rovina diventa un Mondo libero.

Il protagonista del film di Mel Gibson, Zampa di Giaguaro, appartiene a una tribù Maya che viene attaccata da una tribù rivale. Alla fine della narrazione egli riesce a salvarsi proprio perché, prima che finisca preda dei suoi aguzzini, fanno capolino sulla scena le navi di Cortes.
Gli inseguitori di Zampa di Giaguaro, incuriositi dall’apparizione (è la prima volta che vedono le imbarcazioni spagnole), si dirigono verso le navi. Zampa di Giaguaro riesce così a scappare e a salvare sua moglie e suo figlio, intrappolati in una fossa dove si erano nascosti precedentemente.

Curiosamente l’ultima scena ricorda molto da vicino un cortometraggio animato uscito qualche anno prima di Apocalypto.
Anche in La Strada per Eldorado (2000) la storia termina con l’arrivo di Cortes. I protagonisti della vicenda riusciranno comunque a salvare la comunità indigena di cui ormai fanno parte, risparmiandole un triste destino di sottomissione e morte.

IL GLADIATORE E MATRIX
L’eroe passa da uno stato di Libertà apparente alla Morte; Il Mondo Narrativo passa da uno stato di libertà Apparente alla Libertà

Può succedere che la morte dell’Eroe sia un sacrificio inevitabile per condurre alla salvezza il Mondo Narrativo.

Il Gladiatore è un esempio magnificamente riuscito di un modello che fa procedere a braccetto Eroe e Mondo Narrativo per buona parte della narrazione per farne divergere poi nel finale le rispettive strade.

Durante la vicenda Massimo (Russel Crowe) passerà dalla vetta del sistema sociale alla morte. E lo farà attraversando una condizione, non metaforica in questo caso, di schiavitù.
All’inizio del film Marco Aurelio (imperatore illuminato in età avanzata) vuole fare del comandante romano il capo di Roma, in attesa che il potere finisca nelle mani del popolo stesso. Così facendo scatena l’ira e l’invidia di suo figlio Commodo, già presenti sullo sfondo in latenza.

L’Impero, il Mondo Narrativo, passa da una condizione di libertà apparente  (dietro lo splendore di Roma si nasconde un luogo dove serpeggiano corruzione e disuguaglianza sociale) alla tirannia di Commodo, per arrivare poi a una successiva liberazione.

Solo il sacrifico di Massimo darà l’impulso a una speranza di rinnovamento.
Il conto sarà salato, ma il carattere tragico della conclusione verrà mitigato dalla scena in cui  il condottiero si ricongiungerà con i suoi famigliari nei Campi Elisi.

L’esempio e la morte di Massimo risvegliano la speranza di Roma e, più in generale, la speranza in un mondo migliore.
Nel fotogramma è chiara la funzione simbolica della scena.
Dietro Augusta Lucilla vediamo il rappresentante della parte militare (Quinto), i rappresentanti della parte politica (i Gracchi), popolo e schiavi. Nel futuro, simboleggiato dal piccolo Lucio, si dovrà tenere conto della lezione data dal sacrifico dell’Eroe.
Grazie alla morte di Massimo un sistema disgregato si è trasformato in una comunità in cui tutti gli elementi sociali si bilanciano e vivono per una causa comune.

La consolazione del ricongiungimento con i suoi cari non l’avrà Neo, il personaggio principale di Matrix.
Inizialmente sia Neo che il Mondo Narrativo vivono una condizione di Libertà Apparente. L’ambientazione è quella di una tipica città occidentale, non sembrano esserci particolari minacce.
Neo, se si esclude il sentimento di insoddisfazione che affligge buona parte degli esseri umani, vive una vita abbastanza tranquilla.

In realtà, dietro alle apparenze si nasconde un incubo.
Grazie alla pillola rossa scopriamo la vera condizione di Schiavitù in cui versano Neo e il Mondo Narrativo.

Il sacrificio dell’Eroe, nell’ultimo film della serie, renderà libero il mondo fuori Matrix e così tutti gli schiavi ancora collegati alla realtà virtuale creata dalle macchine.

In linea col filone fantastico Neo, inizialmente una persona “a disagio” nella vita di tutti i giorni, riuscirà infine a sprigionare del tutto il suo potenziale latente; prima nella dimensione del fantastico/immaginario (Matrix), poi nel mondo “reale” (quando sbaraglierà le navi sentinella delle macchine).

IL RE LEONE E VITA DI PI
La situazione di Libertà Apparente prima della Libertà

In alcune storie l’Eroe viene calato in una situazione di libertà apparente.
Il più delle volte questa fase, come visto per Il Gladiatore e Matrix, si ha all’inizio della narrazione.

A volte, invece, l’Eroe raggiunge una condizione di Libertà Apparente durante il suo cammino.
In questi casi l’ambiente in cui si svolge la narrazione è rappresentato spesso da una sorta di luogo ameno e ideale che però nasconde al suo interno una grande insidia. Nella maggior parte dei casi l’eroe si cullerà tra le dolcezze di quella che sembra la migliore delle situazioni possibili, prima di riprendere il viaggio verso la sua vera meta.

Ne Il Re Leone Simba scappa dalla sua terra e dalle sue responsabilità per scoprire un vero e proprio Paese dei Balocchi. In fondo basta accontentarsi (“ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile”, cantava un altro celebre personaggio disneyano).
Simba, il Re della savana, si riduce a mangiare insetti e a ridicolizzare la memoria dei suoi antenati, ma vive spensierato e felice.
Quella che trova è però solo una Libertà Apparente. Il suo destino si compirà quando troverà il coraggio di ritornare a reclamare ciò che gli spetta.

La savana, durante tutta la vicenda, è un vero e proprio termometro della situazione. Durante il regno di Mufasa è un territorio fertile. Quando Scar e le Iene salgono al potere invece, a causa di uno scriteriato sfruttamento delle risorse, si trasforma in un ambiente arido e desolato.

Per lo stesso Truby, ricordiamoci, un Mondo Narrativo in stato di Schiavitù è in primis un luogo in cui non esiste coesione tra le parti, e la difficile convivenza tra leoni e iene ne è un esempio perfetto.

La sequenza dell’isola carnivora in Vita di Pi, oltre che oltre che essere un altro felice esempio di situazione di Libertà apparente magnificamente gestito, è la chiave per capire il significato profondo di tutta la narrazione.

Pi e la tigre Richard Parker, dopo aver patito fame e sete per giorni, sbarcano da naufraghi su un’isola lussureggiante.
Il luogo, pieno d’acqua dolce, suricati e vegetazione commestibile, si rivela inizialmente un vero e proprio paradiso naturale. Ma in realtà non fa altro che distogliere Pi dalla vera salvezza.
Vita di Pi è un grande racconto sul raccontare. Ed è raccontando la sua storia che Pi compirà la sua missione.
Non è un caso che a spingere Pi a scappare dall’isola sia la scoperta di un dente (rimando alla bocca, all’atto del narrare) di un precedente visitatore dell’isola, accontentatosi probabilmente di quella situazione di apparente felicità.

Il dente ritrovato da Pi all'interno di un fiore dell'isola carnivora.

In Vita di Pi e nel Re Leone le circostanze allontanano l’Eroe dalla sua comunità d’origine, ma infine egli stesso ne ricompone una.
È solò così che l’Eroe può dare significato alla sua avventura; rientrando nel “cerchio della vita”.

Per approfondire il discorso su Storytelling e Simbolo in Vita di Pi: Il potere della Narrazione | Vita di Pi e il Viaggio dell’Eroe

QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO, A SERIOUS MAN
Libertà apparente proprio prima dello scacco definitivo

Molto spesso l’eroe si trova in una situazione di libertà apparente o provvisoria poco prima dello scacco finale, qualunque sia poi suo destino e quello del Mondo Narrativo.
Per esempio ne Il Gladiatore lo “scacco”, ossia la cattura di Massimo e la sua morte nell’arena, è preceduto da un tentativo di fuga e da una ribellione degli schiavi.

Il personaggio interpretato da Jack Nicholson (McMurphy) in Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo, all’insaputa di infermiere e inservienti, organizza un festino nell’ospedale psichiatrico dove è ricoverato, facendovi partecipare delle ragazze introdotte dall’esterno.

Uno dei pazienti, Billy, “poco pratico” nei rapporti con l’altro sesso, vive, insieme agli altri frequentatori dell’ospedale, un vero e proprio momento di Libertà; dopo aver fatto l’amore con una delle ragazze egli si libera anche dall’insistente balbuzie che lo attanaglia.
Lo scopriamo quando, il mattino dopo la festicciola, fa la sua comparsa Miss Ratched, l’autoritaria infermiera che dirige l’ospedale.
Ma questo momento di ribellione dura poco. Basta l’accenno alla mamma di  Billy, amica e “doppio” di Miss Ratched, per far sprofondare nuovamente il ragazzo nelle sue ossessioni e nel suo tartagliamento. La paura che Miss Ratched racconti tutto a sua madre lo porta al suicidio.
McMurphy (Nicholson) tenta allora di strangolare Miss Ratched ma viene fermato dagli inservienti.

McMurphy, già da tempo individuato come elemento destabilizzante, viene lobotomizzato. Brodmen, un grande indiano silenzioso, sa che per il suo amico non può esserci niente di peggio. Nell’ultima sequenza del film lo soffoca nel sonno. Poi, con uno sforzo sovraumano, sradica un enorme lavandino di marmo dal bagno e lo lancia contro le sbarre di una delle finestre.
Infine Brodmen si allontana verso gli alberi di un bosco nei pressi della clinica.

Questa sarebbe la prima sequenza girata all’esterrno dell’ospedale se si esclude l’intermezzo della gita in barca, tra l’atro non previsto nella sceneggiatura originaria.

Così regista e sceneggiatore decidono di mostrarci la liberazione del Mondo Narrativo: il rappresentante di un popolo storicamente oppresso trova la libertà sprofondando in un ambiente incontaminato.
Anche qui, però, è stato necessario il sacrificio dell’Eroe.
McMurphy, con il suo spirito anticonformista, ha fatto capire ai sui compagni d’avventura quanto fossero profonde le storture e le insensatezze del mondo oppressivo (la clinica è una metafora della società) in cui decidiamo di vivere.

Scena finale di Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo. Brodmen si allontana nel bosco.


Per analizzarne l’azzeccatissima struttura simbolica e i significati più profondi di A Serious Man dei fratelli Coen ci vorrebbe qualche ora di trattazione.

Per brevità: sul finire della vicenda tutto sembra risolversi per il meglio.
Larry (il protagonista) riceve un importante riconoscimento a livello professionale, sua mogie si riconcilia con lui dopo un periodo burrascoso e il Bar mitzvah di suo figlio Danny è un successo.
Danny stesso, assiduo consumatore di spinelli, riesce a ritornare in possesso di un walkman che gli era stato requisito durante le lezioni. All’interno della custodia trova i 20 dollari che doveva al suo spacciatore, che da tempo lo tampinava per il piccolo debito.

Proprio nel momento in cui tutto sembra andare bene assistiamo, però, a una sterzata narrativa che svela l’irrimediabile stato di crisi di personaggi e Mondo Narrativo, destinati a un inappellabile scacco.

Larry riceve un’improvvisa chiamata da parte del suo dottore che non fa presagire niente di buono. Nello stesso tempo la scuola di Danny sta per essere investita da un gigantesco uragano, e il maestro non riesce a trovare le chiavi del locale in cui gli studenti si potrebbero mettere in salvo.

Scena di A Serious Man. Una bandiera degli Stati Uniti sta per essere strappata dall'asta da un imminente uragano.
“Il tornado strapperà quella cazzo di bandiera!” Urla uno dei ragazzi mentre il ciclone sta per abbattersi sulla scuola.

Quale è il senso di questa scena, l’ultima del film?
Larry, un istante prima di ricevere l’allarmante telefonata del dottore, accetta una bustarella del padre di uno dei suoi studenti. Da tempo l’uomo fa pressione su Larry affinché egli modifichi il voto che ha dato a suo figlio in un’importante verifica.

È l’accettazione della bustarella da parte di un “Serious Man” che sancisce la disgregazione del mondo sociale americano, rappresentata dalla bandiera che verrà spazzata via.
Con il cedimento di un uomo impeccabile come Larry, passato con classe attraverso un’interminabile sequenza di eventi sfortunati, i fratelli Coen vogliono dirci, tra l’altro, che tutto il mondo è ormai destinato allo scacco. Lo stato sociale, quello americano in particolare, è ormai totalmente disgregato, e ruota intorno a riti stantii che hanno perso la loro vera funzione comunitaria.  

Poco prima della scena conclusiva il piccolo Danny, completato il suo Bar mitzvah, si sente rivolgere dal rabbino capo queste parole, prese in parte da Somebody To Love dei Jefferson Airplane:
“Quando la verità si scopre essere falsità e tutta la speranza dentro di te se ne va, che cosa si fa?”.
Un bel modo per andare incontro al grande ribaltamento del finale.

PLEASANTVILLE
Dal bianco e nero ai colori

Per chiudere un film dove non solo i protagonisti, ma tutti i personaggi, sono legati all’ambiente che li circonda in un modo enormemente suggestivo.

In Pleasantville i due personaggi principali (David e Jennifer, fratelli) sono catapultati in una sitcom di David è appassionato, ambientata in una tipica cittadina americana degli anni 50.

Il programma è in bianco e nero, e i due si ritrovano dunque in un ambiente privo di colori. Le emozioni, l’arte, e il sesso (ma anche la rabbia) sono banditi. Tutti vivono dietro una coltre di conformismo.

I due ragazzi (ma poi anche alcuni loro compagni), remando controcorrente rispetto alle convenzioni del luogo, cominceranno a minare il rassicurante perbenismo che regna in città. Allo stesso tempo il Mondo Narrativo e i suoi abitanti cominceranno ad assumere tinte inaspettate, fino a che tutto non esploderà infine in una sinfonia di colori.

Per “colorarsi” Jennifer e David dovranno però affrontare paure e debolezze interne.
I due fratelli, vista la grande differenza dei loro caratteri, dovranno imboccare strade quasi opposte. Ma la meta sarà la stessa: la Libertà.

Summary
Article Name
Sviluppo di Eroe e Mondo Narrativo, 14 Interessanti Esempi di Storytelling
Description
14 esempi di come possono interagire personaggi principali e mondo narrativo in libri e sceneggiature.
Author

Share your thoughts